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Cosa succede al “pre-settled status” se si torna in Italia per il coronavirus?

Cosa succede al “pre-settled status” se si torna in Italia per il coronavirus?
Pubblicato sul quotidiano la Repubblica – Londra del 29 Marzo 2020.

E’ una delle domande più frequenti poste dai nostri connazionali che risiedono nel Regno Unito e decidono di rientrare temporaneamente in patria per stare vicini alle proprie famiglie. Risponde l’avvocato consulente dell’Ambasciata d’Italia di Londra per la tutela dei cittadini italiani nel post-Brexit.

COVID-19, assenze dal Regno Unito e Settled status.

Cosa succede ai cittadini comunitari che, già in possesso di pre-settled status, a causa dell’emergenza sanitaria in essere si allontanano dal Regno Unito? Potranno ancora convertirlo in settled status o vedranno decadere il proprio diritto?

Ricordiamo brevemente che a seguito del recesso del Regno Unito dall’Unione europea, i cittadini comunitari che vogliano continuare a risiedere in territorio britannico dovranno provvedere a registrare la propria presenza ricorrendo al EU Settlement scheme, ottenendo così il settled status (un permesso di soggiorno a tempo indeterminato) se si trovano in UK da 5 anni o più, o il pre-settled status (permesso temporaneo) se qui da meno di 5 anni.

Secondo l’attuale disciplina del EU Settlement Scheme, chi detiene il pre-settled status non lo perde – e dunque può ritornare in Regno Unito – se si assenta dal Paese per un periodo continuativo fino a due anni.

Tale assenza, se prolungata, potrebbe però costituire un problema quando, prima dello scadere del quinquennio dall’ottenimento dello status provvisorio – che è il termine massimo per convertire il proprio status in definitivo – si vorrà fare domanda di settled status, per l’ottenimento del quale la norma prevede che non ci si sia assentati per più di 6 mesi su 12 nei 5 anni immediatamente precedenti la richiesta stessa.

Ricordiamo che l’importanza di richiedere il settled status risiede nel fatto che con il pre-settled status si ha diritto a restare nel Paese per un massimo di 5 anni da quando è stato conferito, allo scadere dei quali o si è provveduto alla conversione in status pieno o non si ha più titolo per restare (a meno che non siano intervenute altre circostanze legittimanti diverse).

In termini generali, coloro che intendono fare domanda di settled status dovrebbero pertanto fare in modo che le loro assenze dal Regno Unito non superino tale limite massimo.

Attualmente, la disciplina prevede alcune eccezioni che consentono assenze superiori e per un periodo fino a 12 mesi per un motivo importante quale, ad esempio: parto, studio, formazione professionale, servizio militare obbligatorio, distacco di lavoro all’estero o malattia grave.

Pertanto, basandosi sulle norme attuali, con riferimento al coronavirus la deroga dei 12 mesi di assenza si applicherebbe solo ad un richiedente che abbia trascorso del tempo fuori dal Regno Unito perché si è ammalato a causa del COVID-19 (malattia grave), ma anche in questo caso, qualsiasi periodo trascorso al di fuori del Paese prima di contrarre la malattia, non rientrerebbe nell’eccezione.

Se le misure di emergenza appena adottate e le relative restrizioni di viaggio continueranno per un periodo prolungato, sembra verosimile prevedere che il Ministero degli Interni britannico ampli le eccezioni già contemplate, al fine di coprire anche quelle categorie di cittadini impossibilitati a rientrare a seguito di COVID-19, ma al momento nulla è stato ancora confermato.

Intanto, a titolo precauzionale, coloro che sono bloccati all’estero e preoccupati per la loro futura richiesta di settled status, dovrebbero conservare la documentazione a riprova del motivo per cui è stato loro impedito rientrare, compresi i provvedimenti nazionali (nel nostro caso italiani) che prevedono blocchi ai trasferimenti, inviti sanitari a limitare i viaggi o vere e proprie restrizioni/impedimenti, quali la necessità di assistere un familiare in situazione di bisogno.

Facciamo infine presente che in base alla normativa attuale è possibile per i cittadini comunitari trasferirsi in Regno Unito beneficiando del free movement all’interno dei Paesi dell’Unione europea fino allo scadere del periodo transitorio.

Pertanto, fino al 31/12/2020, sarà possibile rientrare in UK senza restrizioni e nell’ipotesi peggiore – che si siano trascorsi più di 6 mesi all’estero e che l’Home Office non abbia conferito carattere di eccezionalità a tale assenza – presentare una nuova domanda di pre-settled status facendo ricominciare il decorso dei termini da tale data.

In tanti si chiedono quali saranno le ripercussioni dell’emergenza in essere sui diritti dei cittadini comunitari nel post Brexit. La disciplina applicabile è in continua evoluzione anche con riguardo alle problematiche relative all’immigrazione, e provvederemo a render noti i chiarimenti del governo britannico appena si renderanno disponibili.

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