La legge di bilancio 2019 ha previsto un regime fiscale agevolato per attrarre in Italia le persone fisiche titolari di redditi da pensione, erogati da soggetti esteri, che trasferiscono la loro residenza in una delle regioni del Mezzogiorno.
Il citato regime consiste nell’applicazione, in via forfettaria, di un’imposta sostitutiva pari al 7% su tutti i redditi di fonte estera percepiti, e, dunque, non solo sui redditi da pensione. Il pensionato potrà, inoltre, decidere di escludere taluni redditi di fonte estera dalla citata imposta sostitutiva, assoggettandoli a tassazione ordinaria e beneficiando del credito di imposta previsto per i redditi prodotti all’estero.
L’opzione, da esercitarsi nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui viene trasferita la residenza in Italia, è valida per sei periodi d’imposta, incluso quello dell’esercizio.
I requisiti per poter accedere al regime in parola sono i seguenti: (i) la persona non deve aver avuto la residenza in Italia nei cinque periodi d’imposta antecedenti a quello in cui l’opzione viene esercitata; (ii) con il Paese di provenienza deve essere in vigore un accordo di cooperazione amministrativa (iii) la residenza deve essere trasferita in uno dei comuni con popolazione non superiore a 20 mila abitanti situati in una delle seguenti regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia.
L’esercizio dell’opzione comporta l’esclusione dall’obbligo di compilazione del quadro RW e dall’obbligo di versamento dell’imposta sul valore degli immobili detenuti all’estero nonché dell’imposta sui valori finanziari detenuti all’estero.
Questo regime va ad aggiungersi a quello entrato in vigore nel 2016 che prevede una imposta sostitutiva di 100.000,00 euro all’anno sui redditi prodotti all’estero realizzati da persone fisiche che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia (ai sensi dell’articolo 24-bis del Testo Unico delle imposte dirette) nonché al regime agevolato per i lavoratori “impatriati”.
di Stefano Serbini
