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Brexit: pronto il nuovo regime tariffario doganale

Brexit: pronto il nuovo regime tariffario doganale
Si chiama UK Global Tariff (UKGT), il nuovo programma con il quale il Dipartimento per il Commercio Internazionale britannico (Department for International Trade, “DIT”) ha delineato le politiche tariffarie doganali del Regno Unito per l’era post Brexit. Il piano, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2021 – a meno di un’estensione del periodo transitorio, durante il quale continuerebbe ad applicarsi la disciplina dell’Unione europea – riguarderà tutti i Paesi con i quali il Regno Unito non abbia sottoscritto accordi doganali diversi, dunque anche l’Unione europea in caso di mancato accordo (il noto, ed ancora possibile, “No Trade Deal”).

L’obiettivo, come chiarito dal DIT, è quello di sostenere la competitività del “sistema Paese”, consentendo l’ingresso ad una vasta gamma di prodotti a tariffa zero: la politica del “zero tariff” riguarderà circa il 60% degli scambi in ingresso (contro l’attuale 47%), e la percentuale potrebbe salire ulteriormente in presenza di futuri Free Trade Agreements conclusi con successo.

Le buone notizie

A beneficiare del regime a 0% tariffario, molti prodotti funzionali al sistema produttivo britannico, quali viti, bulloni e tubi in rame. In totale, la stima è di una rimozione delle tariffe in entrata per un valore di circa 30 miliardi di sterline di importazioni funzionali alla catena di approvvigionamento. Tagli anche per alcuni elettrodomestici e prodotti sanitari ed incentivi alle politiche green, con agevolazioni su oltre 100 prodotti sostenibili, dai termostati alle lampadine LED. In generale, il colpo di scure dovrebbe riguardare tutti i prodotti attualmente a tariffa inferiore al 2%.

Le cattive notizie

 Niente sconti invece per i comparti strategici all’industria interna, quali la pesca, il settore automotive e l’agricoltura, per i quali la UKGT applicherà una politica protezionista, con dazi del 10% sulle automobili e aumenti, tra l’altro, su carne bovina, pollame, burro e vari prodotti alimentari.

Più in generale, qualora non si raggiungesse un accordo con l’Unione europea, il nuovo piano comporterà un aumento rilevante del costo finale al consumo di molti prodotti chiave provenienti dai Paesi comunitari. Inoltre, alcuni prodotti a tariffa agevolata saranno soggetti a quote d’importazione, oltre le quali verrà meno la politica del sistema 0%.

Arrivare preparati

 Per gli imprenditori che operano in sistemi di import/export con il Regno Unito sarà opportuno ricordare che:

  • il nuovo piano UKGT non si applicherà fino al 1° gennaio 2021 (o successivamente, in caso di estensione del periodo transitorio);
  • sarà importante monitorare tali nuove previsioni con riferimento al proprio settore di attività (qui un utile link messo a disposizione dal governo britannico per verificare le tariffe applicabili ai singoli prodotti), tenendo anche in considerazione le eventuali barriere non tariffarie che potrebbero sovrapporsi;
  • non da ultimo, si renderanno rilevanti anche le politiche tariffarie che il Regno Unito ha in essere con Paesi terzi in virtu’ della sua appartenenza all’Unione europea, nei confronti dei quali Paesi potrebbe non riuscire a replicare gli accordi più favorevoli già negoziati dalla UE.

Ancora una volta, a spostare l’ago della bilancia di un accordo più o meno vantaggioso con i Paesi terzi, potrebbe essere l’esito dei negoziati commerciali con l’Unione europea.

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  • Alessandro Belluzzo
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