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Residenza fiscale in Regno Unito e restrizioni di viaggio a causa del Covid-19: i chiarimenti di HMRC

Residenza fiscale in Regno Unito e restrizioni di viaggio a causa del Covid-19: i chiarimenti di HMRC
HM Revenue & Customs (HMRC), l’agenzia delle entrate britannica, ha riconosciuto che la pandemia COVID-19 ha avuto un impatto sugli spostamenti da e per il Regno Unito, portando molte persone a trascorrere più tempo nel Paese di quanto originariamente previsto. Di conseguenza, ad integrazione di quanto già pubblicato lo scorso marzo sulle cause di permanenza da ritenersi dovute a “circostanze eccezionali”, ha ora rilasciato un documento in formato Q &A, pensato per fornire ulteriore chiarezza su come si applicherà lo Statutory Residence Test (test di residenza legale “SRT”) nei confronti degli individui costretti a soggiorni prolungati nel Paese a causa della pandemia.

Come noto, il numero di giorni che un individuo trascorre nel Regno Unito è uno dei parametri presi in considerazione dall’SRT per determinare la sua residenza fiscale; in presenza di determinate circostanze, la presenza nel Paese può essere però considerata di natura “eccezionale”, e quindi essere ignorata ai fini del computo dei giorni di permanenza.

Perché questo è importante

Poiché le restrizioni ai viaggi da e verso il Regno Unito continuano ad applicarsi, molti contribuenti e i loro datori di lavoro sono preoccupati per l’impatto che i giorni di permanenza non programmata trascorsi nel Regno Unito avranno sull’individuazione della loro residenza fiscale e, in definitiva, se e come saranno tassati nel Paese.

Circostanze eccezionali

L’HMRC ha ribadito che la valutazione sull’eccezionalità della permanenza di un individuo ai fini dello SRT avverrà in base all’esame di “fatti e circostanze” da analizzare caso per caso; ha tuttavia fornito alcuni ulteriori esempi di quando è probabile che i giorni spesi in territorio britannico siano da considerare eccezionali, in particolare:

  • Se una persona ha seguito l’invito ufficiale del governo di non lasciare il Regno Unito a causa del virus;
  • Quando una persona non è in grado di lasciare il Regno Unito a causa della chiusura delle frontiere internazionali;
  • Quando un individuo ha dovuto auto-isolarsi, in linea con le indicazioni del governo;
  • Quando un individuo ha dovuto recarsi in Regno Unito per sostenere un familiare vulnerabile a cui è stato chiesto di “proteggersi” o “auto-isolarsi” – in questo caso bisognerà essere in grado di provarlo.

Più in generale, HMRC ha chiarito che per invocare l’applicazione di circostanze eccezionali, l’individuo dovrà essere in grado di dimostrare che la sua presenza nel Regno Unito è al di fuori del suo controllo, che gli è impedito lasciare il Regno Unito e che ha fatto ogni sforzo per lasciare il Paese una volta venute meno le relative restrizioni.

Modifiche legislative al SRT e questioni correlate

L’HMRC ha confermato che non ci saranno modifiche legislative al SRT; ciò significa che il limite per le “circostanze eccezionali” rimane quello di 60 giorni (e questo anche se dall’inizio del lockdown ne sono passati più del doppio), e non ci saranno ulteriori deroghe volte a consentire ad un individuo di trattare i suoi giorni lavorativi nel Regno Unito come non tassabili anche se in circostanze “normali” avrebbe svolto l’attività lavorativa all’estero.

Considerazioni

È probabile che le circostanze personali generatesi in conseguenza del Coronavirus espongano molti lavoratori a ritrovarsi in Regno Unito in situazioni fiscali più complesse di quelle che immaginano.

I chiarimenti forniti da HMRC si riferiscono infatti alle situazioni generate dalle decisioni prese dal governo del Regno Unito, ma non è chiaro se l’HMRC accetti che tali decisioni si estendano automaticamente ai cittadini non britannici per tutti gli scopi dello SRT. Alcuni Paesi hanno risposto alla pandemia invitando i propri cittadini a rientrare. È plausibile che si verifichi una situazione in cui le decisioni adottate dal governo britannico (quando questo sconsigliava i viaggi non essenziali) e gli inviti (a rientrare) del Paese di origine del lavoratore vadano in direzioni opposte: può sostenersi che un cittadino non britannico che ha preferito seguire le linee guida del Regno Unito possa invocare le “circostanze eccezionali”? Stesso discorso per chi ad esempio è rientrato ed ha poi dovuto scontare la quarantena. Non è chiaro se tale comportamento rientri nella casistica dei parametri di valutazione indicati da HMRC, sicché, in alcuni casi, potrà presentarsi un rischio di doppia imposizione derivante dall’interazione tra la disciplina del Regno Unito e quella del Paese in cui gli individui avrebbero dovuto normalmente lavorare e / o vivere, con riflessi ed ulteriori risvolti anche in relazione alla posizione contributiva del lavoratore.

Conclusioni

Queste ed altre problematiche derivanti dalle restrizioni agli spostamenti causate dal Coronavirus possono riguardare non solo la tipica popolazione dei lavoratori britannici residenti all’estero (non residenti in base al test automatico del “lavoro all’estero a tempo pieno”, per soddisfare il quale un individuo non deve trascorrere più di 90 giorni nel Regno Unito durante l’anno fiscale), ma anche coloro che potrebbero essere rimasti bloccati in un luogo diverso dalla propria dimora abituale, o che hanno scelto di rimanere in un luogo per motivi di famiglia o per lavorare a distanza da una posizione diversa da quella abituale. Sono tante le complessità che potrebbero presentarsi, e le domande per le quali si auspicano chiarimenti.

Per ulteriori dettagli, ed un’analisi della propria posizione personale, non esitate a contattare il nostro team di esperti in Regno Unito.

  • Alessandro Belluzzo
  • Alessandro Barzaghini
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