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Come funziona la nuova app per richiedere il ‘settled status’? – La Repubblica

Come funziona la nuova app per richiedere il ‘settled status’? – La Repubblica
Dal blog di Enrico Franceschini su la Repubblica  ‘Gli Italiani e la Brexit, l’esperto risponde‘.

Risponde Manuela Travaglini di Belluzzo International Partner, avvocato e blogger di ‘The Italian Community’.

 

Dopo una prima fase avviata nell’agosto di quest’anno, alla quale erano ammessi solo cittadini europei impiegati in alcuni settori e che vivevano in determinate aree geografiche del nord-ovest, entra ora nel vivo la fase 2 (iniziata il primo novembre) del progetto pilota di implementazione del “EU settlement scheme”, il nuovo permesso di soggiorno per continuare a vivere e lavorare in Gran Bretagna.

Dal 29 novembre e fino al 21 dicembre, la possibilità di registrarsi per ottenere il settled status, è, infatti, estesa alla maggioranza dei lavoratori dei settori sanità, assistenza sociale ed educazione superiore, i quali, in anticipo rispetto al resto della popolazione europea in Gran Bretagna, avranno la possibilità di regolarizzare la loro posizione prima del Brexit Day.

Il settled status (o pre-settled status per chi è in Gran Bretagna da meno di 5 anni), lo ricordiamo, è il nuovo regime che consentirà ai cittadini dell’UE arrivati entro il 31 dicembre 2020 e ai loro familiari di continuare a vivere e lavorare in UK anche dopo il recesso del Regno Unito dall’Unione europea.

Il nuovo schema di registrazione sarà operativo per tutti a partire dal 30 marzo 2019, e tutti i cittadini dell’UE e loro familiari non UE arrivati entro il 31 dicembre 2020 dovranno presentare una domanda per il riconoscimento del loro status. Precisiamo che allo stato attuale non si richiede ai cittadini europei di fare domanda immediatamente, ed infatti si avrà tempo fino al 30 giugno 2021; ricordiamo però che una volta che si è usciti dall’Unione Europea verranno meno i diritti di libera circolazione e stabilimento in Gran Bretagna, e sarebbe quindi più prudente non fare domanda troppo in prossimità della scadenza del giugno 2021, per non esporsi alle conseguenze di un rifiuto che ci renderebbe immigrati illegali e al quale potrebbe risultare più complicato opporsi.

Il Governo, come noto, fin dall’introduzione di tale nuovo sistema di registrazione ha sempre ribadito che si tratterà di una procedura estremamente veloce, semplice e lineare, che richiede solo pochi minuti. Il tutto gestito attraverso una App (al momento disponibile solo su sistemi Android – e già questo scatena polemiche: chi ha un iPhone non può usufruirne, sui social fioccano le proteste) in grado di verificare la nostra identità e l’autenticità del documento (passaporto) utilizzato. Ma come funziona questa App? Il Governo lo ha spiegato in una nota del 15 novembre, nella quale si chiarisce quanto segue.

1)    Verificare che si può scaricare la App sul proprio dispositivo

Si avrà bisogno di uno smartphone o tablet Android (come un telefono Samsung, Google o Sony) dotato di NFC (Near-Field Communication) che è ciò che la App utilizza per scansionare il proprio documento d’identità.  Se il proprio telefono è dotato di sistema di pagamento  ‘contactless’, significa che si ha la NFC e quindi si può usare la App.  Si dovrà inoltre avere  Android 6.0 o una versione successiva e almeno 135 MB di spazio di memoria.

2)    Come usare la App

  • Bisognerà scansionare la pagina del passaporto nella quale c’è la fotografia, prestando attenzione a comprendere anche le due righe sottostanti (quelle per la lettura elettronica del documento).
  • Terminata la scansione, si dovrà rimuovere l’eventuale cover dal nostro telefonino  e premere il tasto “check now”. Appena sullo schermo appare “check your document’s information” bisognerà appoggiare il telefono sul passaporto e attendere finche’  la App conferma che la verifica è stata completata. La fase successiva sarà una scansione della propria faccia, ed appena terminate anche questa l’ultimo atto sarà quello di “farsi un selfie” (avendo un’espressione naturale, senza sorridere o contrarre la fronte, guardando dritti nell’obiettivo e senza altre persone sullo sfondo).

3)    Completare la procedura caricando ed inoltrando i dati raccolti.

Ricordiamo che per ottenere il settled status bisognerà aver risieduto legalmente in Gran Bretagna per almeno 5 anni (altrimenti si potrà fare domanda di pre-settled status, da convertire in settled status al compimento del quinquennio di permanenza) e confermare che non si hanno avuto condanne penali rilevanti. Generalmente tali verifiche (residenza e criminality checks) verranno effettuate dal Home Office mediante riscontro immediato sui propri database al momento in cui inoltriamo la domanda.

Non poche polemiche ha suscitato il fatto che la nuova procedura non prevede il rilascio di un tesserino o altro supporto fisico, ma solo una conferma elettronica.

E i tempi? Sul sito del Governo è stata pubblicata lo scorso primo novembre una nota esplicativa dal titolo EU Settlement Scheme: application processing times. L’ultimo aggiornamento è del 28 novembre; se si apre l’allegato però si legge “Details of the current expected processing times will be published on this page shortly”. Come un po’ per tutto ciò che riguarda Brexit, anche in questo caso non ci resta che aspettare…

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