La Direttiva (UE) 2015/849 del Parlamento Europeo e del Consiglio (anche IV Direttiva antiriciclaggio o AMLD) introduce significative novità volte a migliorare ed ottimizzare gli strumenti di lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
Scopo della nuova disciplina è adeguare le normative nazionali degli Stati membri ai più avanzati standard internazionali e conseguire la piena efficacia della regolamentazione antiriciclaggio, fornendo ai Governi gli strumenti adeguati di lotta alla criminalità finanziaria.
La IV Direttiva AMLD costituirà, a partire dallo spirare del termine di recepimento, l’unico atto legislativo dell’Unione Europea cui dovranno conformarsi gli Stati membri nel definire i propri ordinamenti interni.
Segnatamente, l’attività di revisione ed integrazione della disciplina ha portato all’emanazione dei seguenti provvedimenti, pubblicati sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea il 5 giugno 2015:
– la Direttiva (UE) 2015/849 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 maggio 2015 relativa alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo, che modifica il Regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio e che abroga la Direttiva 2005/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio e la Direttiva 2006/70/CE della Commissione;
– il Regolamento (UE) 2015/847 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 maggio 2015 avente ad oggetto i dati informativi che accompagnano i trasferimenti di fondi e che abroga il Regolamento (CE) n. 1781/2006, in modo da migliorare la tracciabilità dei pagamenti e assicurare che il quadro normativo dell’Unione Europea continui ad essere pienamente conforme alle norme internazionali.
In Italia, l’attuazione della Direttiva (UE) 2015/849 e del Regolamento (UE) n. 2015/847 è avvenuta attraverso l’emanazione del D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 90. Il recente recepimento della IV Direttiva antiriciclaggio modifica profondamente il quadro normativo nazionale che, per quasi un decennio, era regolamentato alle disposizioni contenute nel D.Lgs. 21 novembre 2007, n. 231 (unitamente alle relative disposizioni di attuazione emanate dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, dall’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia e dalle Autorità di vigilanza di settore).
Le novità contenute nella Direttiva in analisi sono diverse, ancorché la struttura normativa e sanzionatoria sia, per certi versi, simile alla precedente disciplina. A mutare, in primis, le modalità di valutazione del rischio e le regole per l’individuazione del titolare effettivo. Le sanzioni amministrative risultano ampliate, con previsioni più severe nei confronti dei professionisti che commettono violazioni gravi, ripetute e sistematiche. E’ introdotto il Registro dei titolari effettivi di persone giuridiche e trust la cui tenuta e fruibilità dovrebbero garantire una maggiore trasparenza. Il novero dei c.d. PEP (i.e. delle persone politicamente esposte) è esteso, con la previsione di controlli più stringenti e approfonditi. Sia la IV Direttiva che il Regolamento (UE) 2015/847 prevedono, inoltre, il rafforzamento dei poteri sanzionatori delle Autorità competenti e dispongono che le sanzioni e le misure adottate dagli Stati membri debbano essere efficaci, proporzionate e dissuasive.