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Nuovo accordo Svizzera-Italia sul lavoro transfrontaliero

Nuovo accordo Svizzera-Italia sul lavoro transfrontaliero
Dopo una gestazione tormentata è stato recentemente ratificato anche dal Parlamento Italiano (dopo che quello Svizzero vi aveva già provveduto nel 2022) il nuovo Accordo sulla tassazione dei lavoratori frontalieri che andrà a sostituire il precedente testo del 1974 attraverso l’introduzione di nuove regole che modificheranno, radicalmente, le modalità di esercizio della potestà impositiva da parte dei due Paesi.

In particolare, tutti i lavoratori frontalieri residenti nella fascia di confine (fissata in 20 Km dal confine), che hanno lavorato in Svizzera tra il 31.12.2018 ed il 1° gennaio 2024 (data da cui decorrerà l’applicazione del nuovo Accordo), saranno considerati, in ragione di una clausola di salvaguardia, “vecchi frontalieri” rimanendo per loro valido il regime di cui all’Accordo del 1974 con l’esclusiva tassazione alla fonte da parte del datore di lavoro Svizzero. Tale beneficio permarrà fino al pensionamento anche in ipotesi di cambiamento del posto di lavoro o di possibili periodi intermedi di disoccupazione.

Coloro i quali, al contrario, inizieranno a lavorare dopo l’entrata in vigore definitiva dell’accordo saranno considerati come “nuovi frontalieri” con l’applicazione di un regime di tassazione concorrente simile a quanto previsto dal vecchio Accordo del 1974 per i lavoratori frontalieri residenti al di fuori della fascia di confine: versamento dell’imposta alla fonte da parte del datore di lavoro Svizzero e pagamento secondo l’aliquota progressiva dell’imposta italiana, dedotta l’imposta Svizzera, gli oneri sociali e la franchigia fissata, ora per legge, in EUR 10.000-.

Giova ricordare come l’articolo 8 del nuovo Accordo stabilisca che l’entrata in vigore del nuovo regime decorrerà dalla data di ricezione dell’ultima delle notifiche con cui i due Stati contraenti si siano vicendevolmente comunicati, per via diplomatica, l’effettivo completamento degli adempimenti legali interni.

I primi commentatori si sono posti, al riguardo, la domanda se gli effetti giuridici del nuovo Accordo potessero, così, dispiegarsi già dallo scambio delle lettere protocollari tra gli organi diplomatici di Svizzera e Italia, a prescindere dall’applicazione dell’Accordo che decorrerà, come già visto, dal 1° gennaio 2024.

Tuttavia, dal documento con cui è stato fissato l’ordine del giorno della votazione al Senato del 31 maggio 2023, viene affermato l’impegno del Governo Italiano a disporre i chiarimenti alle Amministrazioni dello Stato affinché i frontalieri al beneficio di un permesso di lavoro rilasciato entro il 31.12.2023, possano rientrare nel regime applicativo del vecchio accordo del 1976.

Il dado è tratto… attendiamo, dunque, fiduciosi la definitiva implementazione delle nuove regole che hanno, certamente, il pregio di avere chiarito, una volta per tutte e sulla scorta di una prassi che si è andata via via consolidando, chi possa essere considerato lavoratore frontaliero ed a quali condizioni.

  • Luca Luoni
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