HM Revenue and Customs (“HMRC”) ha pubblicato un documento di consultazione “Strengthening Tax Avoidance Sanctions and Deterrents”, che mira ad incrementare le sanzioni ed i poteri di HMRC al fine di ridurre l’evasione fiscale ed il proliferare di tax avoidance schemes, andando a colpire anche i cosidetti “enablers” (consulenti fiscali, trustees, protectors, banche, etc..) che abbiano fornito assistenza al contribuente che ha commesso l’illecito.
Queste misure si affiancano all’introduzione dell’illecito penale in vigore dal 6 aprile 2017 per i contribuenti che manchino di indicare in dichiarazione i redditi generati da conti offshore.
Nuove sanzioni per gli “enablers”
Le nuove sanzioni si propongono di colpire i professionisti che assistano contribuenti che si siano avvalsi di schemi giudicati elusivi dal Fisco inglese. Nel caso di trusts utilizzati con intenti elusivi giudicati illeciti, le nuove sanzioni potrebbero essere indirizzate a trustees, protectors, consulenti legali e fiscali (oltre naturalmente a beneficiari e disponenti).
L’applicazione dei Common Reporting Standard dovrebbe consentire a HMRC di ottenere sufficienti informazioni sulle strutture non-UK per poter contattare direttamente i professionisti offshore. L’obiettivo primario della normativa anti-elusiva potrebbero essere strutture come employee benefit trusts o veicoli societari per la fatturazione da parte di societa’ appaltatrici, diversamente i non-UK trusts istituiti da non-doms per la detenzione di assets non inglesi non dovrebbero essere interessati.
Ci pare opportuno suggerire che trustees, protectors, disponenti e beneficiari di trusts istituiti in passato senza una opportuna consulenza legale e fiscale si rivolgano a dei professionisti di fiducia per verificare che le strutture in essere siano in linea con le normative vigenti.
La mancata dichiarazione di conti off-shore diventa reato
In linea con la strategia mirata a colpire strutture illecite di elusione fiscale, dal 6 aprile 2017 l’evasione fiscale legata ad assets offshore diverra’ reato. Inclusi i casi di residenti che manchino di dichiarare i proventi di conti off-shore.
Questa nuova disposizione potrebbe avere un forte impatto sui non-doms, che hanno maggiori probabilità di avere conti offshore o nel proprio paese di origine. Rimane salda per i resident non-domiciled (RND) la possibilita’ di optare per la tassazione on a remittance basis, assoggettando ad imposta nel Regno Unito solo i proventi di fonte inglese o esteri se riportati (remitted) in UK. Sara’ quindi importante per i RNG verificare la corretta indicazione in dichiarazione dei beni/conti esteri, per evitare pesanti conseguenze. I soggetti che si trasferiscano in UK dovranno opportunamente pianificare il trasferimento o la detenzione di beni esteri con l’ausilio di fiscalisti residenti nel Regno Unito.
Insieme alla suddetta normativa, e’ stata annunciata una nuova procedura di ravvedimento denominata “Worldwide Disclosure Facility”(in vigore dal 5 settembre 2016), che consente al contribuente non in regola di rettificare la propria posizione fiscale con riferimento ad assets esteri.
Le novita’ introdotte e le proposte in fase di discussione fanno parte della stessa strategia promossa da HMRC per combattere l’elusione ed evasione fiscale. Insieme all’applicazione dei Common Reporting Standard, HMRC avra’ a disposizione maggiori poteri investigativi e sanzionatori, con possibili forti ripercussioni per il settore finanziario offshore.